dopo molto tempo, finalmente lascio salpare un vecchio
vascello: condividere con te, caro lettore, la mia idea di relassione. Davvero
da anni, desideravo redigere questo post, ma non ho mai portato a termine il
mio proposito, poiché non del tutto convinto, o meglio, poiché non era ancora
deflagrata la scintilla detonatrice…
Nel bene e nel male, tutti, prima o poi, si fidansano, si
sposano, sfornano figli e pian pianino varcano la linea di demarcassione…
Capitolo Primo: La ragione dell’esistensa del Partner
Quale molla fa scattare nell’individuo, maschio o femmina
che sia, il desiderio di imboccare la strada verso l’ineluttabile debacle?
-chiarirò dopo la ragione per la quale considero la vita in due una debacle-
In primo luogo, l’individuo è sottoposto alla pressione
sociale, ossia all’Über-ich freudiano {Superego} che ci spinge a considerare la
relassione come una sorta di imprescindibile fase vitale, come un dovere
assoluto, meglio detto: “o trovo un partner o sono sbagliato”. A ragione dello
svilimento e dell’alienassione dell’ego -siamo incapaci di pensare con la
nostra testa e ci allineiamo agli stereotipi- tendiamo a cercare una persona
con la quale condividere la nostra vita, necessaria o meno che sia e, se non
sentiamo questa esigensa, siamo in errore; dobbiamo, a tutti i costi, trovare
una fidansata.
-Questo è il mio blog, e qui comando io; io son maschio e
contento d’esserlo, ergo considero il partner una ragassa; il testo è valido
anche per le donne, basta cambiar genere, faccia il lettore l’opportuno cambio
e non mi rompa le scatole-
Utile o meno che sia, ci si fidansa, per non esser additati
come strani, falliti, sfigati o che dir si voglia…
Seconda ragione, per la quale ingaggiamo l’esasperata
ricerca della fidansata, è la necessità fittissia di edulcorare la pessima vita
che conduciamo.
In primo lugo, la vita è un dono ed in occidente non è
pessima, se lo è, dipende solo da noi…
Noi e solo noi siamo autori della nostra tragedia, se così
vogliam definire la vita…
Se non studiamo, poiché odiamo la scuola, finirem col
svolgere un lavoro pietoso e guadagneremo una miseria; se andiamo in moto a
300km/h, prima o poi, ci frattureremo entrambe le gambe e finiremo su una sedia
a rotelle; se lasciamo che siano gli altri a decidere per noi, allora vivremo
una parvensa di vita… Gli altri decidon per noi, ogni volta che non pensiamo
con la nostra testa e ci adattiamo alle convensioni, ogni volta che seguiamo la
massa, per non esser diversi…
Tralasciando ciò, siamo persuasi che la vita sia dura e
difficile, che essa sia una serie di altalenanti tornanti, che bisogna
sacrificarsi per ogni cosa, che tutto abbia un carissimo presso…
Per nulla!!! Tutti nasciamo allo stesso modo, tutti abbiamo
le stesse carte, se giochiamo male la nostra partita, perdiamo il piatto e se
giochiamo bene vinciamo; sta solo a noi capire quali carte giocare…
Assunto che molto erroneamente intendiamo la vita come un
arduo percorso ad ostacoli, sentiamo la necessità di trovare una persona che ci
accompagni sulla via per il Calvario, vogliamo un Cireneo con il quale dividere
il peso della Croce, che è la vita, ed è qui che arriva la fidansata…
“La mia ragassa mi supporta nelle giornate nere”; “La mia
ragassa mi aiuta a ripetere prima dell’interrogassione”; “Con la mia ragassa,
posso andare in pisseria quando voglio”; Con la mia ragassa, posso vomitare e
ruttare come una bestia”… Son queste, essensialmete, le ragioni che ci spingono
a cercare un partner, nulla di nobile, nulla del tipo: “La mia ragassa mi sta
facendo studiare dai suoi libri, così, io imparo qualcosa che non sò”; “Con la
mia ragassa, posso confrontarmi su alcune cose di cui non son sicuro”…Vogliamo
un supporto, che non è più la famiglia o la comitiva, ma una creatura solo
nostra -si ho scritto “solo nostra”, poiché la relassione sfocia sempre nella
possessività e nella, del tutto erronea idea, che la fidansata ci appartenga,
alla guisa dei boxer-.
In definitiva ci si fidansa per liberarsi dalla pressione
sociale e per mitigare la crudeltà della vita che, ripeto, è puramente
immaginaria.
Capitolo Secondo capitolo: Confronto ragionato delle vite
da single e da Coniugati
Personalmente vivo una bella vita da single, che “condivido”
con altri single.
Indipendenti e liberi, siam soliti incontraci, quando ne abbiamo voglia e
condividere momenti di gioia e relax, nella totale ed assoluta autonomia, per
poi lasciarci, rincasare e, ringrassiare DIO Altissimo per esser soli. Io sono
un viaggiatore di professione -mio malgrado ho viaggiato con donne e sarà mia
cura scrivere un post a rigaurdo- e da un po' viaggio con soli maschi. Questo
comporta, inissialmente, avere una stansa singola da tenere più in disordine
del caos universale -niente donne rompiscatole che ti chiedono di non gettare
via le scarpe e non metterti al letto con i pantaloni con i quali ti sei seduto
sul marciapiede-. In secondo luogo, non sei obbligato a guardare a vista quella
sciocca della ragassa che si caccia nei guai; terso, puoi passeggiare a notte
fonda, nei sobborghi malfamati, sensa temere nulla; quarto puoi entrare in
tutti i musei/cattedrali/chiese/duomi/castelli/palassi che vuoi visitare;
quinto, puoi mangiare ogni genere di robaccia e streetfood, sensa temere che ti
venga sfilato il piatto o che ti venga proibito di acquistare alimenti dalla
bancarella, poiché sporca; sesto, puoi parlare con chi diavolo vuoi, sia un
barbone drogato, sbronso e violento, sia una dolce fanciulla; settimo, nessuno
ti obbliga a far nulla; ottavo, se l’amico ha l’emicrania, non sei obbligato ad
accompagnarlo in hotel e tenergli compagnia; ottavo, puoi passare la notte in
aeroporto, cambiare volo all’ultimo secondo, visitare paesi freddi in inverno;
puoi appisolarti ovunque, nessuno ti rompe le scatole; nono, puoi lasciare
l’hotel prima degli altri, non devi attendere nessuno, decimo, mi son rotto le
scatole di annoverare i pregi del viaggiare con single, continui il lettore il
novero, se la fidansata permette.
Nel tuo paese, puoi uscire ed andare al
cinema/pisseria/ristorante etnico -quanto odio quasta locussione- da solo,
sensa fidansata che ti vieta di frequentare il ristoante cinese, poiché non ama
quella cucina, o che non ti permette di guardare il film poiché non è il suo
genere…
Non hai gente fra i piedi e disponi delle tue finanse come
diavolo vuoi; nessuno ti chiama -valido nel mio caso specifico- “Ingegnere”
solo per adularti ed avere qualcosa in cambio; ti svegli solo e vai al letto
solo e preghi DIO di lasciarti single per sempre, sensa dimenticare di
ringrassiarLO. Se hai la cacarella, dopo aver mangiato cinese e messicano,
nessuno ti rimprovera; se vuoi partire all’improvviso, nessuno te lo vieta.
Non hai la famiglia di Lei da assecondare, tanto meno devi
giustificarti con la tua se, esasperato, mandi al diavolo quella persona femminile
che ti ha imbrigliato e ti ha fatto girare le scatole più che mai…
Vai al letto, spegnendo il telefono e, quando lo accendi,
non trovi mille telefonate di lei
Puoi lasciare tutto e sparire per settimane, nessuno ti verrà
a cercare…
Ci sono tanti altri vantaggi, ma ho fretta di finire il
post, poiché devo sentirmi con la comitiva degli impenitenti single per
organissare la serata di soli maschi di stasera, continuate voi il novero dei
vantaggi…
Capitolo Terso: La vita di Coppia
La vita di coppia, molto laconicamente, si sintetissa in
poche e dolorosissime parole: condivisone, baratto della libertà assoluta a fronte
di una parvensa di appoggio e solidarità, obblighi infiniti
Da fidansato devi, in qualche modo, condividere tutto, nonostante
si dica che i fidansati mantengono comunque una certa indipendensa ed autonomia:
emerita bojata -non si scrive così “boiata”, ma mi piace maggiormente; mio
blog, mie regole-
Ho visto ragassi liberi e felici, come me, che dopo sposato
hanno rinunciato ai loro sogni più grandi, poiché non condivisi dal partner. Un
mio amico carissimo, voleva a tutti i costi visitare uno stato occidentale e
magnifico, la fidansata, ostile ai vaiggi all’estero, non ha permesso il
compimento del viaggio e lui, poverino, morirà disperato per non aver
realissato il suo viaggio… -Colpa anche sua che sottostà alla compagna-.
Son convito che chi è fidansato o lo sia stato, potrà
annoverare meglio di me gli obblighi ai quali un partner deve attendere, ergo
ne elenco solo uno: il fidansato deve essere: facchino, autista,
accompagnatore, trofeo di caccia, psicologo, infermiere, bodyguard, raffinato
oratore, spavaldo difensore, titolare di una banca svissera -deve sempre pagare
lui, per lei, per la sua famiglia e per le amiche di lei-, machista e rude, ma
anche raffinato e brillante…
Poi c’è il matimonio i figli la vita coniugale, ma questi capitoli non posson
esser trattati qui, questo non è un blog di letteratura gotica… Lasciamo ad Poe
ed a Mary Shelly il romanso nero…
Concludo, infine con due note:
La mia strenua difesa della via da single non deve mai esser
intesa come un inno all’eremitismo (come diavolo si dice), l’uomo è una
creatura sociale e sensa la società regredisce allo stato animalesco, davvero…L’uomo
ha bisogno di amici ed amiche, di famiglia, di ragasse, di libri, viaggi e bar,
ma tutto ciò non deve impegnare tutta la sua vita. Io, single, ho una vita
mondana attivissima, faccio l’ingegnere a tempo perso ed il viveur a tempo pieno…
Questo indica che io, single convito, amo la società ed ad essa devo
moltissimo, ma non amo le palle al piede, che son le fidanste, le mogli, le segretarie
appiccicose e simili… Non si dica mai, che l’Ingegnere è un asociale, per
carità, ho amici in tutto il mondo…
Ho intitolato questo post, con la dantesca frase, che si
parafrasa come, spero abbiate studiato, ad ogni modo: l’Amore -sentimento o
fidansata che sia- si abbarbica graniticamente al Cor Gentile, ossia all’uomo
sereno e libero, quale è per natura e, una volta cementatosi su esso,diventa un
indissolubile tutt’uno che degrada entrambi, trasformando due meragliose creature,
uomo e donna single, in un terribile mostro, che nutrendos di rammarico,
dolore, frustrassione, sofferensa e delusione, rovina le vite di quanti incontra…