Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire
Caro Lettore,
riprendo la tastiera, per dialogare con te di una questione tanto spinosa quanto ipocrita: il Politicamente Corretto.
Quanti mi conoscon personalmente, san bene che “son solito gaffare”, o meglio,
dire quello che diavolo penso e spesso vengo tristemente etichettato per questa
mia tendensa alla franchessa.
Dalla mia prospettiva, me ne sbatto altamente di quanto la gente pensi di me, [ho usato il verbo sbattere, poiché mi piace molto questa espressione e me ne (sbatto) infischio sia considerata triviale], in secondo luogo, ho abbastasa cervello e fegato da restare saldamente ancorato ai miei ideali, primo fra tutti la libertà.
Quale paladino e garante della libertà, non esito assolutamente ad esplicare il mio pensiero, purché questo non costituisca un palese oltraggio ad un qualcuno; fatto salvo questo caso, dico sempre quello che mi va di dire, ad omaggio di quanti han perso la vita per guadagnarmi il diritto di parola e delle facoltà mentali di cui ancora godo.
Quanti han letto il precedente periodo, sicuramente han approvato il mio
discorso, ma son cotanto ipocriti e smidollati dal non attuarlo. Sebbene, ansi,
obwohl noi difendiamo la libertà e fughiamo l’ipocrisia, pur innalsando il
gonfalone della libertà, ci tiriamo in dietro quando dobbiamo esprimere un
nostro pensiero, diverso da quello comunemente accettato, però siam soliti
pronunciare le testuali parole: -non me ne frega niente degli altri-, ma è risaputo:
bocca e cervello lavorano indipendentemente e dal dire al fare c’è di messo il
mare…
Quanto al Politicamente Corretto, esso è un insieme di regole atte ad includere
e dialogare, preservando la dignità e la libertà di date categorie ed evitare
le discriminassioni. Sono sempre stato un garante della libertà e, in linea
alla Costitussione della Repubblica Federale di Germania, ritengo intangibile l’umana
dignità, quanti mi conoscon sanno che non ho mai minato l’altrui libertà o
preso le distanse da gruppi tendensialmente emarginati o discussi, tuttavia non
ho mai esitato ad dire quanto pensassi, poiché considero il confronto la chiave
della conoscensa e della crescita umana. Se si parla censurandosi, si finisce
col negare quella libertà che si vuol difendere; è un controsenso il politicamente corretto, è
logico! Offendere, emarginare, etichettare è sempre sbagliato, ma esplicitare
le proprie idee no, è fondamentale.
Molto spesso, non si ha la capacità di formulare una proprio pensiero, e lo si vede dalla copiosa presensa di nuove “figure professionali” : gli Influenser; si teme di esser esclusi e ci si allinea alla massa, abnegando se stessi; l’uomo non è fatto per vivere da solo, ergo tende a sacrificare se stesso, per evitare l’isolamento,questi comportamenti, ormai connaturati nella stragrande maggioransa delle genti, hanno dato luogo ad una mortificassione della rassionalità (intesa come capacità di ragionare e pensare) che, acquandosi, ha privato l’uomo della capacità stessa di pensare: si vive di emulassione, ci si uniforma al pensiero condiviso, di soffocano le proprie idee, tutti questo ha contribuito allo sviluppo ed alla dilagassione del Politicamente Corretto.
Solo pochi, hanno ancora facoltà di esprimersi e pensare autonomamente e questi sono pochi colti, pochi intellettuali, quasi sempre bollati strani, emarginati, erroneamente allocati in deplorati gruppi politici. Molti laureati, molti professori e professoresse, fra le quali spiccano alcuni della mia comitiva, rientrano nella precedente categoria, ossia di quegli schiocchi che non hanno studiato per pensare con la propria testa, ma sol per fregiarsi dell’immeritato titolo di dottore, pur non avendo mai avuto amore per la conoscensa e la libertà; come loro, mille altri. Il diffondersi del politicamente corretto nella classe colta, ha legittimato e consacrato questa filosofia, al punto di trasformarla in una ragnatela, che imprigiona tante mosche vestite di tocco accademico. Non è la laurea, il titolo di studio che differensia una persona da un’altra, ma la capacità di pensare autonomamente; capacità soffocata dal politicamente corretto!
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