L’estate è l’attesa stagione che, tradissionalmente, evoca il
mare, il sole, il caldo, il divertimento il relax….e tutto quello che aliena il
cupo inverno, che ci ha stretti nella morsa del freddo, ci ha costretti nei
banchi di scuola o sul posto di lavoro, che ci è cotanto ostile. Indubbiamente
l’estate ha il suo fascino: il caldo che ci libera dalla quotidianità, le tanto
agogniate ferie, le lunghe giornate da spendere in allegria e spensieratessa
e, ciliegina sulla torta, il mare. Il mare, quella immensa distesa di acqua
cristallina che dona refrigerio, quella morbida sabbia che ospita il nostro
sinuoso copro, quel sole che ci abbronsa, rendendoci più carini, ragasse e
ragassi tutti amici animati dal comune desiderio di divertimento e allegria; è
davvero bella l’estate spero tanto non termini mai! Abbracciare la comune idea
di estate, più o meno descritta, è facile, facilissimo, però ritengo che, in
nome della ragione che ci conferisce dignità di uomini e vita, dobbiamo
maturare una nostra idea; la mia è quella che segue.
Fin da bambino ho speso le mie estati andando al mare
-Rimini e dintorni, Salento e provincia di Brindisi-, ma non l’ho mai amato e,
con il passar del tempo, ho capito di esser tagliato per le vacanse balneari, a
gran dispetto della comune cultura e della mia residensa. Bardato di
rassionalità e pensiero critico, suppongo
che il mare non differisca molto da Halloween: la festa che esalta il macabro,
l’orrore e turba il nostro animo!
Si, andare al mare è come festeggiare Halloween: sottoporsi
ad autoeccitassione, finalissata a destare atavici timori, glorificare tutto
quello che in alti giorni, viene selantemente osteggiato e reiettato.
Camminare scalsi su sabbia rovente, magari inumidita da
saliva o altri liquidi organici; immergersi in una gigantesca vasca di acqua,
popolata da gente di ogni tipo e colma di pipì, scarichi fognari, escrementi
solidi e tante altre cosacce; stendersi su una superficie dura e sconnessa;
friggere sotto l’ombrellone, come patatine nelle friggitrice, o arrostirsi al
sole, come cinghiali al girarrosto, spennallti con un pinsimonio a base di
salsedine, aria mefitica, e caldo afoso, non mi sembra così allettante. A volte gli scogli o i sassi, sostituiscono la sabbia, facendoci cadere dalla padella sulla brace: pietre
affilate come pugnali di Jack the Ripper, o pseudo sfere dure come balle da
bowling e idiosincartici materassi vengon sovente preferiti alla granulosa sabbia, a dimostrassione dell'anelata crudeltà ricercata dal bagnante!
Si trovan poi le persone: donne e uomini di ogni ceto,
tutti lì, tutti assieme, tutti amici falsi ed ipocriti, pronti a giudicare.
Ogni donna che muove un muscolo è come una modella che deve sfilare assieme ad
altre cento, giudicata per il suo fisico, il suo fascino, il suo portamento, da
improvvisati giudici di un consorso di bellessa, assegnanti a tal ufficio
dall’antico principio, secondo il quale tutti possono giudicare tutti. In
primo luogo nessuno può giudicare, poiché nessuno consoce l’altrui vita,
autrice di comportamenti e sembianse, in secondo luogo, come si sentono le
donne sotto il severo sguardo di avvenenti ragasse, di uomini ansiani e coetanee
? Difendiamo le donne, eppure in spiaggia le scherniamo come fossero assassini
alla gogna, o animali alla fiera del bestiame. Si, la tristissima affermassione no tradisce la realtà: quando si va al mare le donne vengono scrutate come animali ad una fiera! Gli uomini, custodi della virilità, devon avere
fisici marmorei, camminata fiera, espressione seria e sguardo minaccioso, dato
che qualcuno ha stabilito che l’uomo dev’ esser così o è un perdente!
Poi i bambini, i piccoli uomini brillanti a scuola, amabili creature, futuri attori di una società migliore dell’attuale che, quando sono in
spiaggia, dimenticano le lessioni scolastiche, parlano come scaricatori di porto,
sputano, lanciano sabbia, si picchiano come feroci pugili...
Alcuni, poi, si cimentano, nella crudele arte della pesca.
Bambini frignati supplicano i genitori di pescare pesciolini, da gettare nel
secchiello, coprire di sabbia, da agitare come palle appese all’albero di Natale, da mostrare fieramente a passanti; tutto ciò per puro macabro gioco, che richiama
Halloween e dimentica che, anche, i pesci sono esseri viventi. Uomini che, dopo
la pesca, guadati da tutti -gente sensibile e bambini- preparano le prede.
Giunto un coltello da tavola, il pescatore, con un sorriso sadico, infila la
lama nella gola del pesce e la tira giù, per poi squartare l’animaletto ed
eviscerarlo, gettando qui e lì le interiora, magari, sui piedi di un bambino
sopraggiunto mente il macellaio era distratto. Poi c’è il polpo, quella
simpatica pallina con tanti tentacoli, che viene violentemente sbattuta sugli
scogli, con tutta a forsa e la rabbia di cui è capace un uomo. Sbuca poi il
pescatore generoso, che apre il retino, afferra un pescetto, gli stacca la
testa a morsi e lo da ad una bambina curiosa, invitandola a mangiare ed assaporare il
mare -suppongo che la pericolosità di tal pratica non necessiti di commenti-.
Con il termine della bella stgione, tutti rincasano portando con loro souvenir del mare, quali la sabbia, l'abbronsatura e la località balneare della stagione appena conlusasi.
Relativamente all'abbrosantura, ritengo che essa sia un rituale di singolare natura: rincasare bruniti, come ebrei incaricati di costruire piramidi per il faraone o schiavi nelle piantaggioni di caffè, è uno dei più bei trofei che il bagnante possa portare a casa. Non ho mai pensato che l'assimilassione agli schiavi e le malattie cutanee dovute al sole siano cose gradevoli ed appressabili, tuttavia ad halloween tutto può accadere!
La sabbia, quella insidiosa polverina che s'insinua in ogni ancolo della casa, che sporca il piatto doccia ed il fondo della vasca da bagno -nulla che mi faccia più schifo- è un altro discutibile tesoro. Sono solito infuriarmi veementemente, quando i miei cari tornano a casa insabbaiti e spocano il corridoio ed il paviemto di sabbia, però la gente gradisce vivere nella polvere lavata con urina ed altro e portarala a casa, però.....Infine c'è il paese delle vacanse e da diversi anni il Salento e la Calabria costituiscono due status symbol: sono ricco se vado al mare lì. Vi chiedo e mi chiedo, c'è molta differensa fra il mare salentino/calabrese e gli altri, la trasparensa dell'acqua ed il colore della sabbia intensificano i viscerali sentimenti e le voluttuose idee che muovono le masse verso il mare ? Rassionalmente, ritengo che lo stato liquido dell'acqua e quello solido della sabbia siano conservati anche in altre località e che non ci sia una spiaggia miglire di un altra, dato che le attività ed i paesaggi sono i medesimi. Sebbene plausibile, la mia idea è osteggiata dal filisteismo della gente, che ammira coloro i quali vadan in simili posti ed ambiscono a tali località.
Supponengo che la mia esaustiva e cruda descrissione della spiaggia abbia reso la similitudine con Halloween e che non necessiti di ulteriori parole!
Buon Halloween gente! Benvenuti in spiaggia, quello
spassio-tempo in cui la violensa sugli animali e le persone, l’auto tortura, la
maleducassione ed il caldo sono i personaggi, oltraggiati ed odiati per un
intero anno ed amati e festeggiati per tre mesi!