“Dal Dentista no, no, no!!!” Ho così perentoriamente escluso
la visita odontoiatrica, dinansi a me profilatasi, alla guisa di un fantasma
assassino, a ragione di un ascesso formatosi per ragioni ignote.
Io, che vengo dal paese del cioccolato e degli orsetti
gommosi, non ho mai dovuto sottopormi a visite dentistiche a ragione della mia
maniacale cura dei denti, lucenti come stelle polari in un notte di luna piena.
Quella dell’odontoiatra è una paura ancestrale che alberga in tutti gli esseri
viventi e si compone di tre paure di eterogenee nature.
La prima causa che muove l’uomo contro il dentista discende dalla Signora
Carie, quella vecchiaccia immaginaria che, mentre si è a nanna, si introduce
nelle nostre bocche e, come un nano di Biancaneve, piccona i nostri dentini,
fino a trasformarli in Emmentaller. Millantate coraggio, vi dichiarate emofobici, inneggiate alla gloria, tormentate i vostri cari, eppure correte al dentista come cagnolini che piombano sul padroncino!!! Questo siete: irrassionali, vigliacchi, carne da macello, ipocriti, scicchi!!! Date prova del vostro coraggio da coniglietti, andate pure dal denstista, sottoponetivi volontariamente ad un trattamento che mortifica la vostra natura umana, accettate atroci dolori e ringrassiate per la prestassione, non dimenticate di ringrassiare il segaossa! Accettate tutto ciò per timore di una cosa peggiore, vero? Ecco, cosa c’è di peggiore, dolore e sofferensa, come quelli che vi venderà il densista, perdita del dente, che comunque accadrà quando sarete vecchi, morte, che non dimenticheà di falciarvi a tempo stabilito. Queste sono le più catastrofiche possibilità che potrebbero verificarsi, qualora si decidesse di non andare dall’odontoiatra, nulla di terrificante, nulla che non avrà luogo. Alla luce di ciò, dico che al dentista non vado, dopotutto eterno non sono, morirò anche io; forse diventerò un vecchi sdentato, ed in quel caso indsserò una dentiera di acciaio, ma sicuramente non soffrirò –faro uso di morfina, oppio ed antidolorifici di sorta- una roba è sicura non soffrirò, ed ho tenuto a ripeterlo. Non svilirò la mia natura umana, non mi piegherò alla consuetudine, non accetterò torture draconiane, a fronte di un evanescente bene superiore, sempre inneggerò alla ragione ed al coraggio, semensa della civilità e della vita, due cose che voi non avete e non avrete mai! Lasciatevi martirissare, dopotutto i martiri diventan santi, ma gli eroi cavalcano con le Valchirie e banchettan con gli dei. Birra, cinghiali, cervi e fanciulle bionde son la ricompensa di chi crede nei propri ideali, dolore, sottomissione, moglie e figli sono il triste encomio di chi rinnega se stesso!
La seconda uggia, che avvolge la raccapricciante figura del
dentista, è il suo inquietante ufficio: il dentista è un medico e, in quanto
tale, un segaossa, un ciarlatano, che vive delle altrui disgrassie e non ha
rispetto alcuno della sofferensa provata dai suoi pasienti e dal lui arrecata
ai medessimi. Queste considerassioni riducono l’apparente distansa Medico
Dentista e ne invigoriscono la sua natura sinistra, condivisa con i colleghi
medici, antagonisti per eccellensa.
La tersa ed ultima ragione, che causa la dilagante
odontofobia, è la prestassione professionale del dentista. Il denstista è quel
bieco ed anfibolo uomo che accoglie i pasienti con sorrisi e lecca-lecca e,
tirati nel suo antro di tortura sevissia i pasienti, infilando loro mani e
metalli in bocca, per poi liberarli agonissanti e tramortiti dal dolore e
dall’orrore provato. Macabro finale della seduta nella camera del martirio è la
consegna della caramella e dell’appuntamento successivo.- Non torno neanche
dopo morto-
Acclarate le origini del comune terrore dell’odontoiatra, giungo al dunque parlando di me.
Ringrassiando quel DIO rassionale e perfetto, che mi ha infuso audacia e
rassionalità, mi son sempre guardato dal diffidare del dentifricio e dello
spassolino e, infatti, vanto una dentatura perfetta, degna di una fanciulla
finlandese. Nonostante ciò, mi si è creato un ascesso e questo ha dato luogo
alla necessità di andare dal dentista, tuttavia ho rifiutato il caloroso
suggerimento, facendo memoria dei sacri valori che dovrebbero essere il faro
che illumina la strada percorsa dall’umanità.
Perché rinnegare se stessi e supinamente imboccare la via
della forca? Perché sottoporsi volontariamente al martirio, consapevoli che al
suo termine non ci saranno valchirie ne cinghiale? Perché permettere ad un
psicopatico di infilarci i suoi affilati artigli in bocca? Perché soffire ? La
salute prima di tutto, i denti sono importanti e la mia visione delle cose è
iperbolissata e corrotta. Sono queste le risposte che avete dato. È questo il
tornasole che misura il vostro squallore. Arresi, putrefatti, acidi, docili come donne del sud, così siete!!!
Dov’è la vostra presunta grinta, dov’è il vostro coraggio, dove sono i genitori
e gli insegnati che vi hanno spiegato, l’importansa del proprio credo. Dov’è
colei/colui che vi ha insegnato a non piegarvi dinansi a nulla e nessuno, se
non a DIO solo?
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