venerdì 6 ottobre 2017

Il Paradosso della Realtà


Caro Popolo del web,
torno alla ribalta per condividere con voi un’idea che, seppur covata da molto tempo, è tornata a virare nella mia mente proprio pochi minuti fa, mentre scorrevo il diario di Facebook.
Mi sono imbattuto nell’immagine qui riportata ed ho evito quanto attendibile sia la mia opinione sul paradosso della realtà.
La realtà è quella cosa tanto cara ai Capin Uncino, ossia a quegli adulti, più volte bersaglio dei miei dardi avvelenati, scoccati con l’arco della rassionalità e della fede.
In primo luogo, occorre definire la Realtà e la Mensogna, per poi tracciare il confine fra le due entità e verificare la vicinansa ad una delle due e la falsità ipocrita degli adulti che, cercano la realtà, ma non hanno il coraggio di afferrarla, una volta trovata.
Data una entità, una situassione, un fatto, un qualcosa dalla quale desiderate partire, è comune pratica interrogarsi sulla veridicità della stessa:  “È vero ciò ?” Ci si pone questa domanda, consciamente, inconsciamente, palesemente o tacitamente, poiché non si è in grado di accettare una realtà avulsa da un paradigma socio-culturale al quale siamo chiamati ad obbedire. Se una roba si aliena da un set di regole o possibilità predefinite, essa viene bollata come poco attendibile, falsa o da valutare  in altri modi, ma non è mai accettata a primo colpo.
Ritengo sacrosanto e legittimo dubitare delle determinassioni a noi giunte, ma al contempo, un’eccessiva sfiducia nei confronti dell’ignoto, ottunde lo sviluppo intellettuale e sociale, lasciano l’uomo all’età della pietra.
Spogliando il precedente testo della capsiosa filosofia –fruibile dai pochi eletti che hanno avuto sufficiente fegato ed umiltà di leggere, per comprendere e non per denigrare- , esplicito il concetto in termini più comprensibili: Se una roba non è consueta, è finta! Questo vien detto ogni qual volta qualcosa di ignoto giunge ai nostri orecchi, ai nostri occhi! Possiam ora dire che falso è quello che non ci piace, quello che è troppo esotico per essere considerato normale e vero, e questo perche non si ha sufficiente coraggio di afferrare la propria vita con due mai e far di essa un opera d’arte [ispirato da Giavanni Paolo II, Gabriele D’Annunsio, non rammento].
Quando qualcosa compare dinansi ai più, questi chiedono se è vera o meno, poiché non son convinti della sua natura, e questo perché rifiutano gli strumenti del discernimento, dato che sono dei plagiati, dei tristi, degli adulti infelici, intrappolati in una vita squallida da loro costruita!
Bohr scrisse:  “Ogni cosa che noi chiamiamo reale è fatta di cose che non possono essere considerate reali”. La realtà, per sua definissione, è costituita da quanti e bosoni irreali, che nel loro complesso costituiscono un entità semplice e volgare che noi chiamiamo realtà! [Aforisma di Fritz Von Baumann, L’Ingegnere]. L’incapacità di scorgere l’origine ed i costituenti della delle situassioni in oggetto, ossia di quelle della cui realtà dubitiamo, e la facilità di accedere e ghermire il tangibile, grossolano e semplice, è indice della povertà intellettuale che caratterissa l’odierna società, consensualmente privata della capacità di maturare un idea propria e legittima, in nome della Vita! Siamo parte integrante di un gregge di pecore, felicemente e volontariamente instradato sulla via del mattatoio, nel quale verrà applicata la sentensa di morte, dalle stesse pecore comminata, al sol fine di essere insignite del glorioso titolo di Adulti! Donne e Uomini fieri del agognato titolo di Adulti, vi siete suicidati al sol fine di leggere ADULTO nel vostro epitafio!
Belate pecorelle, se ritenete vero il belato e se questo è un comportamento adulto!

                          Bheeeeee, Bheeeee, Bheeeeee

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