Mein Lieber Leser,
oggi il mio animo è imprigionato nella gabbia del dubbio e
del rammarico e, relegato in questa iniqua cella, riprendo la tastiera,
affinché le lettere che batto, come dardi affilati, possan fender le tenebre
che m’avvolgon e permettere alla luce di illuninar questo bieco anfratto…
Le catene che cingon i mei arti son quelle del dubbio e
dell’incomprensione; mi sia pur detto, della tracotansa e della miopia.
Tu mi conosci, egregio lettore, sai di me e del mio passato,
sai della mia doppia anima e del mio guru, che qui, come ormai tradissione,
cito, parafraso ed adatto.
Die beste Bildung findet ein gescheiter Mensch
auf Reisen
{Wilhelm Meisters
Lehrjahre JWG}
Dal viaggio,
l’uomo saggio, fruisce la miglior cultura
{Gli anni di
Apprendistato di Wilhelm Meisters JWG}
Nel corso della mia eclettica e convulsa vita, ho certamente
viaggiato, ma ho anche studiato e mi son laureato, ho letto di Arte ed
Architettura, di Filosofia e Letterarura, ho frequentato (ed ancor frequento)
Teatri, Mostre, Conferense e tutti gli eventi culturali possibili ed
immaginabili; non son estraneo ai piaceri terreni, facilmente mi concedo ai
bagordi e frequento bar e postacci, ho amici ed amiche, con loro trascorro
tempo pressioso ed arricchente; parlo con tutti, con gentiluomini e mascalsoni,
con gran donne e squinsie dei bassi fondi, studio pianoforte classico, mi son
cimentato nell’apprendimento del bulgaro; d’osterie e salotti son fisso ospite;
son andato alla scuola pubblica ed mi son calato nel più profondo strato della
società, quello annegato nel marciume e nella depravassione totale, ma non mi
son corrotto…
Ho prodotto Letteratura di varia natura, ho fatto mille
altre robe, DIO solo sa cosa non ho fatto…
Non so qui, tuttavia, per sciorinare la mia vita traviata
-sia pur detto e lo sottoscrivo: vivo da dandy e la bussola della moralità
ipocrita raramente ha puntato a nord, ma per raccontare puntualmente quello che
m’è successo.
Da anni conoscevo un ragasso, una persona brillante e colta,
poiché laureato in Lettere, qualla laure ache io non ho (ne ho due in Ingegneria)
l’ho risucchiato nel mio entourage e l’ho praticato per molti mesi, pur essendo
lui stato scorretto con me…
L’altro giorno m’ha invitato ad un tedioso salotto
letterario, uno di quelli che ho frequentato per un po' e, poiché non avevo
voglia d’andarci, ho declianto l’invito. Lui, che non ha altri svaghi -mi sia
perdonata la crudeltà- ha violentemente cercato di persuadermi ad andarci ed io
ho cordialmente rifiutato l’invito. Alla mia guisa, ho ribattuto le sue argometassioni
con buffonate e battute stupide, certo che ne avrebbe colto la natura, Lui,
invece, ha inasprito il tono, accusandomi di filisteismo, di classismo, d’esser
un ignorante ed un vile e tante altre cose che non riporto qui, chi se ne
frega.
Il suo mondo inissia e finisce sulla Letteratura, il mio,
l’ho già detto, è isotropico…
Avrei potuto sotterrarlo, chiedendogli dei suoi viaggi, dei
paesi visitati, degli idiomi parlati, delle fanciulle con le quali si è
intrattenuto, dei suoi lavori (è disoccupato), di quello che ha mangiato e
bevuto, della sua vita in generale. Avrei potuto dirgli che il suo non era, come
lui voleva far credere un invito sincero, bensì la pretesa di un passaggio fino
al salotto (lui non guida e pretendeva che l’accompagnassi io quando mi son
rifuitato, ha ingaggiato una violenta invettiva contro di me) ma non l’ho
fatto. Non sono ne una brava persona e misericordioso, bensì il peggiore fra i
bastardi, ma credo fermamente che se una persona non comprende che la cultura è
eclettica, allora né un fraterno discorso, tanto meno la polemica possan fargli
cambiare idea…
Ha addotto, a suffraggio della sua tesi, la mia seguente
farse:-Chi se ne frega, son quattro vecchi che stan lì… S’impara di più [non
posso riportare la frase completa] che al salotto-
Ho detto questo e lo confermo e, da questo pulpito, vi
spiego il mio pensiero.
Ho frequentato il salotto per molto tempo, sapete chi sono
-l’ho detto sopra- ed ora, dopo una vita dissoluta affermo che la cultura non è
solo leggere e commentare un libro di un autore locale, ma quella che si
fruisce vivendo e studiando, ricordate la scuola peripatetica di Aristotele…
Se non si poggia su un solido substrato, quale la scuola e
l’università, si può vivere a più non posso, ma si resta sempre piccoli uomini
ignoranti e filistei; se hai una solida base, quale appunto la scuola ed una
laurea, sei capace di fruire cultura da tutto quello che ti circonda, anche
dalle più squallide attività -evoco qui ed invito il lettore ada adattare al
contesto, la frase di Goethe di sopra-.
Poiché, credetemi, tutti hanno qualcosa da insegnare, tutto
il mondo, anche il lercio garage di famiglia, nasconde tesori…Sia anche l’ingiallito
e poveroso libro di Matematica Finansiaria di Papà, ma qualcosa di buono si
trova anche lì…
Il salotto letterario fa bene, l’ho praticato e lo pratico e
lo praticherò ancora, ma se marino un incontro, non son una bestia…
Ho marianto, lo dico e la portiamo finita, poiché dovevo
vedermi con l’ex badante gnocca dei nonni. Un’avvenente trentenne esteuropea
che, oltre a far l’amica, mi insegna a translitterare il cirillico -sì: non mi
darò pace, fino a quando non l’avrò imparato quel cavolo d’alfabeto-. Ho
preferito il piacere terreno e culturale a quello meramente letterario…
Discutere un libricino di un autore di qui, seppur nobile attività, non è
paragonabile ad un pomeriggio con tre gnocche che parlano russo, ucraino e
georgiano, che mi hanno offerto un drink autoctono (si una roba verde al
dragoncello, una piscetta intrigante che sapeva di Nelsen), che mi hanno
mostrato tanti bei luoghi delle loro terre, luoghi che presto visiterò -Putin,
diavolo, piantala con questa guerra della malora!-
Io ho dilatato i miei orissonti,ho bevuto una cosa buona e
pianificato altri viaggi, che mi insegenranno tantissimo; lui ha ascoltato tre
chiacchiere…
Potete ora comprendere Goethe dell’incipit, sostituendo
Viaggio a Vita, rifatevi ad Aristotele ed alla sua scuola…
Per dover di cronaca e non per riscuotere il vostro sostegno
-Wer pfeift such darauf?-
Lui non ha altri svaghi, se non il salotto letterario e la
mia compagnia, mi ha invitato ed ho declianto l’invito, lui ha insistito, facendo
leva sull’importansa dello stesso, io, giocaosamente ho continuato a rifiutare
e lui, vistosi impossibilitato ad andarci, mi ha attaccato personalmente, definendomi un
mediocre, un filisteo classista, un tanghero...
Ora lettore, da quello che hai letto ed basandoti sulle interassioni
che hai avuto con me, sii giudice, sentensia come meglio credi, qualunque sarà
il giudissio, io continuerò a far i cavoli miei…
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