in questo caldo Luglio, pur a corto di idee, ho fortuitamente trovato qualcosa degno d’esser raccontato ma, prima di entrare nel vivo dell’articolo, ti narro di come ho avuto l’idea.
Non diversamente da te, Amico che mi stai leggendo, son
anch’io stretto nella rovente morsa del caldo e, con buona pace di papà, ho
tutte le finestre spalancate e le porte che sbatton, mettendo a repentaglio
l’integrità delle pareti, quadri, dei vetri delle finestre, infissi e
serramenti tutti... L’altro giorno ho un po' cercato di scriver qualcosa, ma
nulla, davvero nulla. Poi mi son guardato attorno, ho visto vibrare gli
attestati appesi nella mia stansa e le foto, i fogli volar via, sbattevan
porte… Poi ho visto sventolar l’accappatoio rosso ed ho avuto l’idea: Lenin!!!
L’accappatoio, che goffamente si librava ancorato al appendiabiti, m’ha evocato
il buon Nikolaj ed eccomi qui!
Son certo lo conosca e non intendo raccontarti di lui e
della sua epopea, ma della sua mummia, ma prima necessita una minima
contestualissassione.
Le dinastie sariste russe, da Ivan il Terribile a Nikola II Romanov s’era da sempre professate ferventemente ortodosse -a suffragio di ciò, evoco Rasputin- anche a ragione della società autoctona non definitivamente modernissata da Pietro il Grande… In epoca prerivolussionaria ed oggi ancora, il popolo russo e slavo tutto era particolarmente affascinato dalle reliquie e dalle icone sacre e la loro diffusione era capillare. L’avvento dei Bolscevichi e l’attuassione dell’ateismo di stato, atto a modernissare il paese, si tradusse anche in un a nuova furia iconoclasta, che privò i “servi della gleba” degli amuleti a lor tanto cari che, tuttavia, dovevan esser rimpiassati e modernissati e strumentalissati.
Nel 1924 sua rivolussionaria altessa Vladimir Nikolaj
Lenin -il lettore mi conceda di sfoggiare la mia esile conoscensa del
cirillico, roventemente acquisita in Bulgaria, quindi, Владимир Никола́й Ленин- passò a miglior vita e,
ragione della grande affluensa alle sue esequie, si dispose di esporre le
mortali spoglie, che in breve si videro omaggiate da una miriade di persone,
tanto da indurre Stalin a stumentalissare il fenomeno, ossia mummificarlo. La
mummificassione di Lenin avrebbe avuto un molteplice fine: in primo sarebbe
stata un surrogato religioso: avrebbe restituito al popolo il culto delle
reliquie e del pellegrinaggio al santuario; dopo avrebbe corroborato il culto
della personalità, pilastro secondario delle dittature ed anche di quelle di
sinistra -non poi alieno da quello cristiano, caro agli ortodossi- e, infine,
avrebbe insinuato un messaggio forte e
tangibile: l’eternità della rivolussione e dell’ideologia.
Al fine di
implementar tutto ciò, furon convocati Boris Zbarsky e Vladimir Vorobiev per mummificare
l’umano detonatore della Rivolussione; a ragione dei loro meriti, ottennero
grande onore e fama immortale, il loro metodo di mummificassione, unico al
mondo è ancor studiato ed utilissato,
si vedano le mummie koreane, prima fra tutte quella di Kim Il Sung, preparata
nel laboratorio fondato da Boris Zbarsky…
Fritz Von Baumann
L'Ingegnere
La Voce del Paese, Luglio 2025
L'Accappatoio di Lenin
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