Questa è la notte più magica dell’anno, la più romantica, la più nostalgica…
Persone, avvolgiamoci nel
soffice mantello della nostalgia e, accomodandoci in balcone con una lattina
fra le mani, facciam memoria della
nostra Notte Prima degli
Esami… Ho riesumato queste foto, orami scattate in un tempo molto molto
lontano...Esse mostran com’ero, com’era la mia scuola e l’ultima come son ora… Non
mi sento affatto vecchio, per carità! Son solo conscio che da quell’uscita
trionfante da scuola ad oggi son molto cambiato e, nonostante tutto, non
rimpiango affatto quel tempo, ne lo guardo con nostalgia, bensì son contento
d’esser qui e, dal mio attuale trono, scrivo a voi, amici, colleghi,
professori, persone tutte…
Leggetemi e, se avete
voglia, commentatemi; buon viaggio, amici…
In questa notte primaverile, come un veliero che lambisce la placida acqua del mare caldo, mi lascio sospinger dal vento della dolce nostalgia e, guardando le stelle che brillan nel cielo nero, torno in dietro nel tempo e penso agli anni della scuola ed alla notte prima degli esami…
Ragasse e Ragassi, come
giunchi al vento, lentamente attraversan il corso grande illuminato dai
lampioni gialli e, sfiorandosi le dita, sussurran e ridacchian; studenti e
studentesse assonnati ed esausti sfoglian il librone di Letterarura; alsando la
testa si vede un nonno accaldato fumar la sigaretta in balcone…
Il lettore mi vede su quel
corso, con la lattina di coca cola nella mano, diretto a casa della fanciulla
di turno… Io, personalmente, mi sento in tutti questi luoghi: no ne preferisco
uno in particolare, son stato in tutti!
Da diplomando -è ormai questa
storia vecchia- ero un ragasso serio, uno di quelli bravi, che non diceva
parolacce e cenava a casa…Finita la scuola, finì un’epoca e… e ne inissiò
un’altra…L’estate dipartì da me; gialle come i lampioni del corso, così
diventavan le foglie degli alberi che, ondeggiando nel vento, alla stregua del
galeone dei pensieri che delicatamente solca il mare, nuove persone incrociavan
la mia rotta, nuovi orissonti vedevo a prua, il sole calava e l’alba saliva.
Arrivò Colei e, sulle
notte degli Ostacoli del Cuore, scartammo notti e pacchi di Natale, lasciando
naufragare il dire ed il fare. I rayban diventaron compagni inseparabili, come
il chiodo nero e la cravatta. Salivo e scendevo da aerei, studiavo, scrivevo,
suonavo…
Il mio bel tema della
prima prova giaceva, ormai da tempo, in qualche polverosa scatola riposta nel
sottoscala della scuola ed il SedraSmith e l’Halliday troneggiavan sulla mia
scrivania, affianco alle lattine accartocciate e le pelline di daino regalate
dalle mie ammiratrici.
Colei, Costei, Francesca,
Claudia e tante altre persone han attraversato i miei cieli, alcune ancor
orbitano attorno a me, altre son sparite, come meteore accelerate…
Ormai son trascorsi un
poco di anni e noi siam ancora qui, dopotutto questa notte è ancora nostra…
Colei sta dando il biberon
al suo pargolo; Costei sta stirando; Francesca è chissà dove; Claudia starà
ballando in spiaggia con uno dei suoi capponi ed io, dove sono io?
Mein Leser/in, dove vuoi
che io sia? Stasera L’Ingegner Fritz Von Baumann ha congedato Leopardi, col quale
è andato all’inaugurassione della Biblioteca, e s’accinge a guardare Notte
Prima degli Esami, pregando DIO, che sia rimasta in frigo qualche lattina;
l’autore di questo post, invece, dove lo mettiamo?
In qualsiasi posto verrà
collocato starà bene e, se non gli garberà, non esiterà ad andar via -su
questo, suppongo, il lettore è d’accordo con me-. Ad ogni modo, come un
sortilegio che germische le ragasse ed i ragassi, stanotte e nelle successive
sere, tanti, tanti studenti si stritoleranno il cervello al pensiero della
Maturità, ma presto si romperà l’incantesimo e la magia di questa notte si
compirà: se avranno fegato e palle saran come me, altrimenti…
Vi attendo qui, fra
qualche anno, raccontatemi di voi, dei vostri anni post diploma, della vostra
notte prima degli esami, dei vostri successi e delle vostre sconfitte.
Se non mi trovate, non abbiate timore: vuol dire che son in Germania o in
compagnia di qualche fanciulla… Ma appena torno, vi leggerò. Lo sapete,
dopotutto: io son libero, vado e vengo.
Epilogo sul veliero
Or isso le vele, mio Ammiraglio, impugno il sestante e prendo il largo… Una nuova avventura m’attende, un viaggio si staglia innansi a me. C’è una fanciulla laggiù che mi chiama, magari sei tu…
In bocca al lupo,
studenti!
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